domenica 1 novembre 2009

Risposta alla domanda: E' possibile ricreare un buco nero in laboratorio?
1) A dispetto del loro nome, i buchi neri si pensa che emettano radiazione a seguito dell'effetto di Bekenstein-Hawking detto appunto dell'evaporazione dei buchi neri. L'intensità di questa radiazione è tanto più grande quanto più piccolo è il raggio (o equivalentemente la massa) del buco nero per cui nelle condizioni più ottimistiche di un mini-buco nero immerso in un ambiente termodinamico esterno come un gas, esso potrebbe, se ne ha il tempo, raggiungere l'equilibrio fra ciò che ingoia e ciò che emette. Se si riuscisse a formare un buco nero in laboratorio, questo sarebbe necessariamente molto più piccolo di una particella elementare per cui esso esploderebbe al suo primo formarsi non riuscendo a inghiottire nulla.

Fonte della citazione (che mostra ulteriori informazioni, anche in cifre, sull'argomento)


2) «Dal punto di vista dell'astrofisica è vero», confermano i fisici francesi Aurélien Barrau e Jules Grain dell’Università Joseph Fourier di Grenoble in un lavoro pubblicato dalla rivista scientifica dello stesso Cern. «Nel cosmo si possono formare solo buchi neri di masse svariate volte quella del nostro Sole. Ma ora si ritiene possibile creare buchi neri microscopici anche negli acceleratori di particelle».
[...]
Le nuove teorie sull’esistenza di altre dimensioni nell'universo, rivelabili solo a piccolissima scala, fanno ora ritenere possibile produrre mini buchi neri in acceleratori con energia di alcuni Teraelettronvolt. «I 14 Teraelettronvolt che si sviluppano nel centro di massa–energia di due particelle che si scontrano in LHC possono trasformare l’acceleratore in una fabbrica che produce un buco nero al secondo», confermano i fisici francesi.

Fonte della citazione (che mostra ulteriori informazioni, anche in cifre, sull'argomento)



Un saluto a tutti da SIMONE VS, ci vediamo al prossimo incontro!


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